22 aprile 2008



25 Aprile.


Ci risiamo con le “mobilitazioni straordinarie del Paese”. Ci risiamo con i “gravi rischi per la tenuta del sistema democratico”. Dopo la sonora batosta elettorale le sinistre, da Veltroni a Rizzo, dimostrano che, ancora, non hanno capito niente. Ancora suonano vecchi spartiti. Ancora, con il 25 Aprile, sperano di rivivere le radiose giornate in cui i loro padri andavano a macellare, a guerra finita, chi non la pensava come loro e, quindi, era di intralcio per la conquista del potere.

Le Brigate Rosse, qualche anno più tardi, cercarono di finire il lavoro incompiuto dei padri !

Veltroni, con una gran faccia di tolla, ha addirittura accusato il centrodestra di fare una campagna d'odio, a fronte di una campagna elettorale della sinistra, allegra e festante.

Basta leggere L'Unità, Liberazione e il Manifesto per rendersi conto della serenità di giudizio di costoro, che l'odio sembra l'abbiano succhiato con il latte della madre.

Basta vedere Anno Zero dell'ineffabile Santoro per capire chi è imbevuto d'odio. Gli Italiani hanno dimostrato di non avere l'anello al naso, nonostante i pareri contrari espressi, con la bava alla bocca, dall'architetto Fuksas e dal politologo Sartori.

Gli Italiani vogliono voltare pagina e vogliono scegliere i politici che sono in grado di risolvere i loro problemi.

Il 25 Aprile è diventata, da subito, la festa di una fazione politica, quella comunista, che celebrava la vittoria anglo-americana come propria vittoria in una sanguinosa guerra fratricida, che essa stessa aveva scatenato, per trarre vantaggio dalla sconfitta nazionale e conquistare il potere. Una inutile guerra civile, che non ha portato nessun beneficio all'Italia sconfitta ma ha solo generato lutti e odii che, ancora, influenzano la vita politica italiana.

I tempi sono maturi per pensare, al posto del 25 Aprile, ad una giornata della concordia nazionale, lasciando che i conflitti di 60 anni fa diventino argomento degli storici, senza continuare ad avvelenare la vita politica odierna.