21 dicembre 2007



Grazie Santoro!

Ieri sera ad “Anno Zero” gli Italiani hanno avuto l'ennesima dimostrazione che Berlusconi è un grand'uomo. Non era certo questa l'intenzione di Santoro ma, certo, è stato questo il risultato finale. Santoro ha fatto ascoltare le intercettazioni telefoniche del colloquio di Berlusconi con Saccà, direttore di Rai-Fiction, e ne è saltato fuori un Berlusconi cortesissimo e schivo che si scusa di disturbare l'amico, che di rimando oltre a fargli i complimenti per il seguito popolare, che aumenta di giorno in giorno, gli fa notare che è uno dei pochi che non gli chiedono mai favori. Saccà approfitta del colloquio con il cavaliere per sollecitarlo a parlare con i rappresentanti della CdL in seno al Consiglio d'Amministrazione RAI, affinchè mantengano un comportamento coerente e unitario. Berlusconi assicura che lo farà.
Lo scopo della telefonata, spiega quindi Berlusconi, è di dare seguito ad una richiesta di Bossi, che è ansioso di sapere che fine ha fatto la fiction su “Barbarossa” a cui il leader leghista tiene moltissimo. Saccà gli conferma che la fiction è già pronta e, quindi, può tranquillizzare Bossi. A questo punto Berlusconi chiede a Saccà il favore di “far ricevere” un paio di giovani attrici che, dice, gli sono state segnalate da un senatore del centrosinistra, che sta cercando di convincere a passare con l'opposizione e, pertanto, deve tenerselo buono.
E' questo il punto cruciale della conversazione su cui tutte le belle anime del centrosinistra si sono accanite, mostrando grande scandalo, per censurare il cavaliere ed accusarlo di tentativo di corruzione nei confronti dell'anonimo senatore.
Accusa del tutto risibile come del resto ha già accertato la Procura di Napoli, che ha archiviato velocemente il caso non prima, però, di aver diffuso “urbi et orbi” il testo delle intercettazioni e facendo così un gran favore ai curiali della sinistra, che se ne sono serviti per montare un polverone, che dovrebbe dimostrare la tesi che addita Berlusconi come il grande corruttore del costume politico italiano.
Raccomandare di “far ricevere” due attrici che dovranno, evidentemente, essere anche brave per poter lavorare, agli occhi dei giornalisti trinariciuti di “la Repubblica”, “L'Espresso” e di “Anno Zero” è eticamente molto più grave delle chiacchierate di D'Alema e Fassino con Consorte, che spiega loro le mosse illegali e dagli ampi risvolti penali, fatte da Unipol per tentare di appropriarsi di una Banca.
Quel che è più grave è che così la pensa anche il CSM, che ha aperto un procedimento disciplinare contro la Forleo, il GIP che stava cercando di utilizzare queste intercettazioni per poter dimostrare l'ipotesi di reato che si andava a configurare.
Questo assomiglia maledettamente ad un avvertimento di tipo mafioso: la casta di sinistra non si tocca!
Prenda nota Berlusconi ed il Popolo delle Libertà: la Giustizia in Italia va profondamente ristrutturata e certe cariche devono diventare elettive, come negli Stati Uniti e come è già nel programma della Lega.
Non è possibile lasciare influenzare la politica italiana a personaggi, che hanno un grande potere senza alcun vaglio popolare!

15 dicembre 2007

CHE DIFFERENZA C'E' FRA PRODI E PUTIN?

Il senatore di Forza Italia Gaetano Quagliariello afferma che esistono serie preoccupazioni sull’indipendenza di una parte del potere giudiziario e la sua sottomissione ad indebite interferenze politiche. Quagliarello spiega che nel giro di poche settimane si sono verificati tre episodi sconcertanti.

  1. Il capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro ha parlato in aula della corruzione di senatori, e puntuale è arrivata la velina della Procura di Napoli, che s’era mossa in tal senso;
  2. il sottosegretario alla difesa, Verzaschi, si è dimesso improvvisamente e tale gesto è stato insistentemente accompagnato dalle voci secondo le quali il suggerimento fosse arrivato da ambienti politici della maggioranza informati, dagli ambienti giudiziari, dell’imminente misura cautelare, che stava per essere presa nei suoi confronti;
  3. nonostante la decisione del Tar del Lazio fosse nota ormai da tempo, il verdetto sul ricorso del generale Speciale è arrivato soltanto in queste ore, circostanza da più parti ricondotta a pressioni da parte del governo sui magistrati amministrativi affinché tra la decisione sul caso Petroni (altra censura per il Governo!) e la decisione sul caso Speciale ci fosse un periodo di distanza, finalizzato a limitare l'impatto negativo sull'opinione pubblica.
"Chi pratica il garantismo, non a corrente alternata, sa che tre indizi non fanno una prova - conclude il senatore -. Ma di certo giustificano gravi preoccupazioni, che dovrebbero riguardare chiunque abbia a cuore lo stato di diritto, e che il ministro della Giustizia farebbe bene a fugare al più presto".

Io aggiungo che Quagliarello si è dimenticato almeno altri due recenti indizi, quello del PM De Magistris e quello del Gip Forleo; l'uno conduceva un'inchiesta complessa in cui erano saltati fuori i nomi di Mastella e Prodi, l'altra voleva andare a fondo sulle telefonate di D'Alema e Fassino, da cui saltava evidente un loro grande interesse all'acquisizione della BNL da parte dell'Unipol.

Sia De Magistris che la Forleo sono finiti sotto indagine del CSM e rischiano pesanti penalizzazioni.

Cinque indizi fanno, oppure no, una prova?

Inoltre comportamenti arroganti ed illegali come quelli di cui sono state vittime il generale Speciale e il prof. Petroni sono sintomatici di una classe politica, che ha perso completamente il senso della legalità e dello stato di diritto.


12 dicembre 2007




LA DISINFORMAZIONE ROSSA !


In merito alla notizia data con grande risalto da "la Repubblica" di una indagine(che se vera dovrebbe essere coperta dal segreto d'indagine!) da parte della procura di Napoli su Berlusconi, accusato di improbabili reati di corruzione, l'emerito presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ha rilasciato un commento da par suo:

«Oggi in Italia conviene colpire Silvio Berlusconi . Sotto questo aspetto, credo sia giusto parlare di un complotto ai danni del leader di Forza Italia».
«Il ministro della Giustizia - aggiunge l'ex capo dello Stato - ha l'obbligo di intervenire subito almeno con la stessa celerità con la quale lo ha fatto nel caso del Pm De Magistris, ed il presidente della Repubblica farebbe bene a tornare dalla sua
inutile gita negli Usa per svolgere qui, sempre che ne abbia la volontà ed i poteri, la sua funzione di garante della democrazia».
Non occorre aggiungere altro!

08 dicembre 2007


Quanto siamo caduti in basso!


L'emittente televisiva La7 ha sospeso il programma di Luttazzi “Decameron”, perchè ha offeso il giornalista Giuliano Ferrara, collaboratore della stessa emittente.

Sono veramente felice che finalmente si siano decisi ad eliminare un programma offensivo verso il buon gusto, prima ancora che verso persone o istituzioni. Dire che fosse un programma di satira è come confondere l'erotismo con la pornografia.

Mi sconcerta, invece, che La7 abbia deciso di sospendere questa sconcezza solo quando è stato offeso un suo giornalista e non quando è stata insultata la gerarchia cattolica e di conseguenza tutti i cattolici in Italia e nel mondo. In quel caso nessuno ha battuto ciglio, forse in nome di un errato concetto di laicità dello Stato.
Di questa licenza di poter sparare (solo metaforicamente, si spera!) sui cattolici si sono presto accorti tutti i comici da strapazzo, che infestano i nostri video, e che fanno a gara a chi osa di più sull'argomento, ansiosi di acquisire meriti laicisti presso il popolo progressista e la comunità gay, defraudata dei DICO.
Ovviamente si guardano bene dal fare oggetto della loro satira musulmani o mullah, perché la intelligentja di sinistra li censurerebbe in nome del rispetto dovuto ad altre culture e religioni, la stessa intelligentja che fa finta di niente quando, nei paesi musulmani, i gay sono allegramente impiccati.
Laicisti e dissacratori sì ma non fessi! Sanno bene che i seguaci di Allah non perdonano come i seguaci di Gesù Cristo.

20 novembre 2007


Caro Fini. Hai sbagliato tutto!
Fini è stato grande fino a Fiuggi. Il congresso di Fiuggi fu l'atto di fondazione di una Destra, che relegando esplicitamente il fascismo a fatto storico da sottoporre all'analisi degli storici, (cosa peraltro già implicita nello statuto del MSI, che non è mai stato un movimento neofascista) si proponeva di diventare un moderno partito conservatore che, nella tradizione della destra italiana, contenesse elementi di pensiero liberale, nazionale e sociale.Il documento uscito dal Congresso era chiaro e pregnante di obiettivi. Quanto è successo dopo non è stato all'altezza di quel documento: la classe dirigente si è dimostrata inadeguata a trasformare quegli indirizzi in azioni politiche e di governo.In particolare l'esperienza di governo, per Alleanza Nazionale è stata disastrosa. Per bene che si voglia qualificare è stata ininfluente: non si ricordano battaglie di spessore che AN abbia portato avanti e che l'abbiano caratterizzata in modo particolare. AN si è “omogeneizzata” nella coalizione ed è scomparsa. Salvo qualche, incomprensibile, bizza di Fini per guadagnare qualche posto di prestigio nella compagine governativa.


Il Partito intanto era lasciato allo sfascio. Accanto alla struttura ereditata dal MSI, delle “sezioni di partito”, ora trasformate in “circoli territoriali”, Fini si era inventato i cosiddetti “circoli ambientali”.Questi avrebbero dovuto essere costituiti in particolari ambienti, come un'azienda, un ospedale, un'associazione di professionisti, di commercianti e via dicendo. Questo in teoria. In pratica diventarono lo strumento per portare le correnti di partito sul territorio: ogni corrente o meglio ogni capo corrente se non era d'accordo con la linea del locale circolo territoriale si creava il proprio circolo ambientale. Vere e proprie bande che specialmente in periodo elettorale, davano il meglio di se stesse, con la guerra dei manifesti rivolta non contro i partiti avversari, ma contro i capi corrente concorrenti. Sarebbe stato sufficiente fare osservare lo statuto che regolamentava i circoli ambientali per reprimere ogni abuso, ma né Fini ne alcun altro dirigente di AN è stato in grado o ha voluto farlo, nonostante le richieste ed il malcontento montante della base.

Poi c'è stato l'episodio del viaggio in Israele di Fini e l'infelice frase sul “fascismo male assoluto”.Lo sappiamo che il senso della frase di Fini non voleva giudicare il fascismo nel suo complesso ma solo limitatamente alle leggi razziali. Ma la stampa lo generalizzò e Fini non fece molto per chiarire il suo pensiero. Non era opportuno per i suoi obiettivi personali. Ma i tanti “fascisti immaginari”, tanto bene descritti da Luciano Lanna nel suo libro, lontani mille miglia da ogni forma di antisemitismo e di razzismo, si ritrovarono improvvisamente senza radici ideali, quegli stessi ideali che infiammavano D'Annunzio, Gentile, Pound e che, almeno fino al 1938, convincevano la stragrande maggioranza degli italiani, e che portarono migliaia di giovani ad arruolarsi, con entusiasmo, nella R.S.I., suscitando l'ammirazione del gen. Eisenhower e che, con il loro sacrificio, ci riscattarono dalla vergogna nazionale dell'8 Settembre.


Il disimpegno dalla campagna elettorale delle ultime elezioni politiche dove Berlusconi, dato ormai per spacciato, fu lasciato solo a contrastare la coalizione di centrosinistra è stata un'altra perla di Fini insieme al suo compare Casini.

E' di questi giorni la polemica di Fini contro Berlusconi, reo di aver partecipato all'assemblea costituente di “La Destra”, la formazione politica fondata da Storace, Buontempo e Musumeci e a cui ha aderito anche la Santanchè.

Fini deve polemizzare solo con se stesso. Una diversa gestione del Partito, un pò di arroganza in meno e qualche congresso in più, avrebbero evitato questa secessione, che sta provocando ad AN una grave emorragia di militanti e di eletti.


Oggi, dopo la trionfale adesione di popolo per la raccolta di firme contro il governo Prodi, Berlusconi annuncia il superamento della CDL e una nuova formazione politica in cui si scioglierà Forza Italia e a cui potranno aderire tutti quelli che vogliono partecipare alla creazione di un nuovo soggetto che rappresenti tutto il popolo di centrodestra.

Fini prontamente e arrogantemente risponde che AN non è interessata.

Credo che, ancora una volta, Berlusconi sia un passo avanti rispetto a tutti. Infatti questi "parrucconi della politica" non hanno capito che lui non si sta rivolgendo ai Partiti, si sta rivolgendo alla gente, quella gente incazzata che nelle adunate organizzate da Grillo nel "V.DAY" ha messo paura a tanti politici, e di cui ora si sono già dimenticati.

Berlusconi non ha dimenticato!

25 ottobre 2007


Sceneggiate Napolitane.
Napolitano, un giorno sì e l'altro pure, continua ad auspicare una tregua fra maggioranza ed opposizione, per trovare un accordo che porti ad una nuova legge elettorale ed a riforme costituzionali, che consentano un migliore funzionamento delle istituzioni. Prodi fa il controcanto mostrando meraviglia che possano esserci in Parlamento forze che non sono d'accordo con Napolitano. E' una sceneggiata disgustosa che Berlusconi, Fini e Bossi hanno bloccato evidenziando la impossibilità a trattare con una maggioranza debole, divisa ed arrogante nello stesso tempo.
Napolitano e Prodi che, presumo, non siano degli alieni venuti dallo spazio, ma che abbiano vissuto le vicende politiche italiane degli ultimi anni, forse ricorderanno che uno dei punti qualificanti del governo Berlusconi era, per l'appunto, la riforma costituzionale, che doveva portare a quei risultati oggi ritenuti indispensabili dal centrosinistra.
Così ricorderanno anche la vergognosa campagna di disinformazione fatta dal centrosinistra, allora all'opposizione, per spingere i cittadini a bocciare con il referendum la riforma costituzionale, approvata dal Parlamento e che andava a dare le risposte, che oggi ci vengono riproposte dallo stesso centrosinistra. Ricordiamo l'ineffabile Ciampi, allora presidente della repubblica, che interveniva, un giorno sì l'altro pure, come ora Napolitano ma, al contrario, per difendere lo “statu quo” costituzionale e far apparire le riforme proposte dal centrodestra come un attentato alla democrazia e alla libertà.
Tutti i santuari della Sinistra, dalla corporazione degli insegnanti a quella dei magistrati, furono mobilitati per difendere la Costituzione minacciata, così si diceva, dalle riforme del centrodestra. Ricordo un volantino distribuito dai professori agli studenti in cui, citando Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione, si sottolineava l'importanza dei valori e dei diritti enunciati nella prima parte della stessa, evitando di dire che quella parte non era toccata dalla riforma, che si limitava, invece, solo alla seconda parte dedicata alla forma dello Stato.
Un vero e proprio inganno subdolo e ancora più odioso perchè portato avanti, nella scuola pubblica, da chi avrebbe dovuto insegnare ai nostri ragazzi verità ed etica e invece si comportava come un politicante di terza fila.
Così avvenne che i cittadini disorientati ed impauriti, al referendum, decretarono la bocciatura della riforma del centrodestra, con grande e miope esultanza del centrosinistra.
Dov'era Napolitano? Che faceva nel suo studio di senatore a vita a palazzo Madama? Perchè non spiegava ai suoi correligionari ex PCI, allora DS, oggi PD, che la riforma serviva al Paese, prima che a Berlusconi?
No. Non ricordo nessun intervento da parte di Napolitano!
Le riforme, in Italia, si fanno solo quando lo dice la Sinistra. Anzi, solo quando la Sinistra è al governo. In caso contrario sono riforme liberticide!
Quando governa il centrosinistra tutti devono collaborare al bene del Paese, ma quando governa il centrodestra è lecito sparare a palle incatenate contro ogni riforma fatta da questo.
Caro Napolitano, mi consenta, ridia la parola al popolo sciogliendo il Parlamento e indicendo elezioni anticipate, così i riformisti del centrosinistra potranno, con la sua benedizione, collaborare con il nuovo governo di centrodestra per fare, insieme, le riforme.

12 ottobre 2007

12 Ottobre 2007

Rita Levi Montalcini. Santa subito!
Napolitano, il Presidente della Repubblica di metà del popolo italiano, ha perso un'altra occasione per stare zitto. Napolitano, l'ex gerarca del Partito Comunista Italiano, che auspicò e approvò l'intervento dei carri armati sovietici, che soffocarono nel sangue la rivolta degli Ungheresi contro il tirannico governo comunista, si permette di dare lezioni di etica democratica agli altri.

Il senatore Storace è stato pesantemente redarguito da Napolitano per aver osato ironizzare sull'aiutino dato, in una delle ultime votazioni al Senato, da Rita Levi Montalcini al moribondo governo Prodi, che se l'è cavata solo per merito di due senatori a vita, per l'appunto la Montalcini ed il cocainomane ex democristiano Colombo.
Rita Levi Montalcini, dice Napolitano nel suo intervento odierno, è una grande scienziata che con il suo premio Nobel ha dato prestigio alla Nazione, pertanto deve godere del massimo rispetto da parte di tutti. Santa subito!
Ma che vogliamo scherzare? Caro Napolitano, la Montalcini sarà pure una grande scienziata, avrà pur preso il premio Nobel, l'avrete pure fatta senatrice a vita, ma quando la Montalcini fa politica si deve prendere, quando è il caso, i vaffanculo come tutti gli altri politici.
E dico di più. Se qualcuno si deve sentire offeso da quanto accaduto, non è la senatrice ma tutti quei cittadini italiani che vedono reso inutile il loro voto democratico, per effetto del voto di senatori non eletti da loro, ma nominati da Presidenti della Repubblica di parte. Se questi senatori a vita possedessero l'etica che si ritiene debbano avere i grandi personaggi, capirebbero la necessità etica di astenersi dal votare in tutte le occasioni in cui il loro voto è determinante, appunto perchè il loro voto rappresenta solo se stessi e si trovano in quel posto solo per un grossolano errore dei costituenti. Evidentemente l'etica, loro, non sanno neanche dove sta di casa e andrebbero cacciati da lì a calci nel culo.
Un Presidente della Repubblica, degno di questo incarico e con la necessaria sensibilità democratica, si sentirebbe in dovere di fare un appello in questo senso ai senatori a vita, almeno per limitare il danno alla democrazia fino alla auspicabile prossima modifica della Costituzione.

28 luglio 2007





BRAVO FINI!

Questa volta ha colto nel segno. E' vero, il centrodestra, oggi, ha il vento in poppa ma più per demerito della sinistra che non per proprio merito. Le sconfitte elettorali devono servire per riordinare le fila, per fare una seria analisi di cosa è stato fatto bene e di cosa poteva essere fatto meglio e, quindi, mettere a punto la strategia e le linee guida del programma futuro.
E' ora di finirla di denunciare la confusione del governo Prodi, il tracollo dei suoi consensi, in contrapposizione ai sondaggi favorevoli al centrodestra: ormai la richiesta di dimissioni di Prodi fatta un giorno si e l'altro pure comunicando quanti italiani voterebbero oggi per il centrodestra è diventata una comica berlusconiana. Inutile e ridicola! I sondaggi, fatti più accuratamente, direbbero che gli italiani, oggi, voterebbero sì centrodestra, in grande maggioranza, ma solo per disperazione, senza alcun entusiasmo.
Berlusconi è stato il padre del centrodestra e sembrava volesse diventare il fondatore del partito unico del centrodestra, di un moderno partito conservatore italiano. Poi si è bloccato. Oggi non si parla neanche di federazione del centrodestra.
Quindi, bene ha fatto Fini a denunciare ,in occasione dell'Assemblea Nazionale di AN, questa assoluta mancanza di strategia politica.
Ma questa denuncia non deve essere fatta solo nell'ambito di una riunione di partito, ma deve diventare il “leit motif “di un'azione politica di Fini e Alleanza Nazionale su tutto il territorio avendo come target il popolo di centrodestra.
Fini e Alleanza Nazionale si devono prendere la leadership del centrodestra, prendendo posizioni autonome e originali su ogni problema, avendole prima discusse e adottate al loro interno.
Ricordiamoci che sono le minoranze che fanno la storia. Ma minoranze preparate e decise.
Fini prenda esempio da Sarkozy, che ha saputo differenziarsi da Chirac, avendo il coraggio delle proprie idee, anche quando queste erano in forte contrasto con il grosso personaggio politico qual'era Chirac e, anche, quando queste non erano “politicamente corrette”. E i francesi hanno premiato questo coraggio e questa certezza di avere le idee giuste per i problemi dei cittadini.
Gli italiani non sono stufi della politica, sono stufi dei politici di lungo corso, che hanno fatto della politica una carriera come un'altra, barcamenandosi fra una polemichetta e l'altra, evitando di prendere posizioni decise se, solo, un po' rischiose per le proprie fortune politiche.
Un politico deve avere, soprattutto, delle idee, deve saperle trasmettere ai cittadini e deve mettersi in gioco con tutto se stesso per realizzarle. Se fallisce, passa la mano e va a fare qualcos'altro, non può rimanere al suo posto fino alla pensione.


17 luglio 2007

17 Luglio 2007

Rampelli scrive a Storace
Di seguito riporto la lettera aperta, pubblicata sul "Messaggero" del 14 luglio scorso, che Fabio Rampelli, deputato di AN, scrive al senatore Storace, recentemente uscito dal Partito, giudicato poco di destra.

Mi trovo completamente d'accordo con il contenuto della lettera anche se sono convinto che l'uscita di Storace da AN è una gravissima perdita per il Partito, ritenendolo politico di grande capacità, che molto potrebbe dare al rinnovamento della Destra e del Paese. D'altra parte il senso di frustrazione che è alla base del suo gesto è diffuso nella base degli attivisti di Partito. La direzione di marcia che Fini ha dato al Partito è sostanzialmente giusta, ma va maggiormente condivisa con la base, che vuole essere rassicurata che il Partito non solo non perderà i suoi valori fondanti, ma li porterà a corredo anche nel futuro Partito della Libertà. Fra questi valori, basilari e qualificanti, due sono a denominazione di questo sito, Etica e Tradizione.

E a proposito di Etica vorrei dare un suggerimento al senatore Storace: di selezionare con maggior rigore gli "amici", anche quelli capaci di portare tanti voti, anzi particolarmente quelli.

Io, e con me tanti altri, mi vergogno di essere nello stesso partito di certi personaggi, che si dicono a lui molto vicini. I voti portati non possono essere il lavacro per comportamenti inaccettabili dal punto di vista morale ed etico. Lo dobbiamo agli italiani e ancor più a chi per certi ideali ha sacrificato la vita, avendo avuto il coraggio di stare e lottare dalla parte più difficile, nella guerra civile e dopo. Noi non possiamo permetterlo!



LETTERA APERTA DI RAMPELLI A STORACE


14 Luglio 2007


Caro Storace,

se una persona con la tua storia esibisce un “bisogno di destra” penso debba essere considerata, così ho rivisto un pezzo della strada percorsa insieme e mi sono saliti alla gola alcuni quesiti… E' stato di destra aver chiamato a far parte della Giunta regionale da te presieduta l'allora consigliere del Cdu Giulio Gargano, contro le indicazioni del suo partito dell'epoca e promuoverlo poi assessore ai trasporti e lavori pubblici, conferendogli enorme credibilità? E' stato di destra, conoscendo il suo girovagare da un partito all'altro, farlo entrare in An? E' stato di destra imporre alla tua maggioranza di votarlo capogruppo subito dopo le elezioni, pochi mesi prima che fosse condannato? E' stato di destra annullare tutti i tuoi impegni elettorali nelle elezioni politiche del 2001 perché Fini aveva designato nel collegio al Senato di Frosinone, un candidato diverso da quello che volevi tu? E' stato di destra, sul tema della democrazia interna, pretendere il deferimento di tre dirigenti rei di aver chiesto con una lettera aperta ai militanti di poter discutere negli organi preposti l’opportunità della Lista Storace? Quando avevi il potere di costruire un partito partecipato nel Lazio ci siamo trovati prigionieri delle oligarchie… perché oggi che ti accingi a fondarne uno nuovo le regole dovrebbero essere diverse? E' stato di destra sottrarre con la Lista Storace ad An buona parte di quel 7% di consensi raggiunti e dei 5 consiglieri regionali espressi, salvo poi constatare che uno solo è rimasto al suo posto mentre quattro hanno cambiato partito? E' stato di destra negare spesso meritocrazia e capacità di raccogliere il consenso perseguendo troppe volte logiche di potere e di corrente? E' stato di destra andare a fare il Ministro della Salute in seguito alla sconfitta, dopo l'accanimento con il quale accusasti Badaloni di tradire il mandato dei cittadini perché non rimase a fare il capo dell'opposizione e dopo che in campagna elettorale avevi giurato il contrario? E' stato di destra recriminare sull’approvazione della mozione contro la faziosità dei libri di testo scolastici, salvo cavalcarla mediaticamente e non dargli, come era nel tuo mandato, il seguito che tutti aspettavano? E' stato di destra attaccare costantemente Berlusconi e Fini facendo somigliare noi e la coalizione ai nostri litigiosissimi avversari, salvo ora riscoprire il valore del Cavaliere? Come mai questa improvvisa conversione? E’ di destra farsi eleggere senatore con An per poi fuoriuscirne senza dimettersi da Palazzo Madama, come se il seggio fosse proprietà privata e non degli elettori di An? E' di destra appropriarsi della fiaccola della Giovane Italia, del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani adottandola come simbolo del tuo nuovo partito, dimostrando disprezzo per tutto ciò che rappresenta? Nessuno ha mai strumentalizzato - nella dialettica con An – quell’immagine. Ricordi, gioie e sofferenze si celano dietro di essa, insieme all’ingenuità e alla spensieratezza di decine di migliaia di ragazzi che hanno il diritto di essere lasciati in pace. La risposta alla tua battuta riportata su un’intervista, caro Francesco, è sì. Sì, avresti dovuto metterci un’auto blu al posto della fiaccola come simbolo di questo nuovo partito, perché il numero di auto blu che la Regione Lazio ha avuto sotto il tuo Governatorato è stato davvero eccessivo. Mi permetto di farti presente che non è obbligatorio usarne (la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni, alla quale ti rivolgi con insolita scortesia, ha scelto - diversamente da te - di non utilizzare questo ‘privilegio’ e ha scelto anche di non fare di questa abitudine propaganda). Le nostre sedi, i nostri comizi sono stati trasformati in quel periodo in luoghi circondati da quelle auto blu che dici di disprezzare, con stuolo di autisti, segretari e guardie del corpo. Mi avete fatto vergognare di essere di destra. Non hai avuto la responsabilità esclusiva di quella ‘degenerazione’, te lo riconosco, ma una concorrente responsabilità oggettiva. Sono argomenti che conosci, che ho provato a sottoporti già in passato quando momenti indimenticabili mi hanno dato la sensazione che, di lì a poco, avremmo cambiato il mondo. Non è andata così, purtroppo. Hai rappresentato per tanti una speranza e poi una delusione, ma questo non significa nulla perché nella storia delle persone e dei popoli niente è immobile, come ha dimostrato la tua irresistibile ascesa. Se sei davvero quel militante che affermi, rinuncia alla ribalta e ai fuochi d’artificio, sforzati di fare autocritica (è l’altra faccia della verità) e sarai accolto a braccia aperte nella comune famiglia che dici di voler abbandonare. Perché la persona che sta mollando gli ormeggi non è Francesco Storace, il caterpillar, il comunicatore, il ‘piccolo principe’ (appesantito da un po’ di pancia), ma la caricatura del Governatore. Lascia quel ricordo al suo destino, insieme all’autoritarismo, e torna ciò che sei stato, un esuberante e generoso ragazzo di destra. L’esperienza trascorsa ti renderebbe praticamente invulnerabile. Sono stato duro, lo so, ma capisci che era insopportabile per molti di noi farsi dare “lezioni di destra”. Le mie sferzate erano e restano quelle di chi non vuole assistere a una nostra vittoria senza di te. Sarebbe una mezza sconfitta… Pensaci.

Fabio Rampelli


14 luglio 2007



14 luglio 2007

Democrazia all'amatriciana


I senatori a vita hanno colpito ancora! Nel corso dell'ultima settimana politica, il Governo si è salvato due volte, al Senato, per il voto dei senatori a vita. Sulla istituzione dei senatori a vita e sulle sue prerogative ho già espresso, in note precedenti, il mio pensiero: è un istituto anacronistico che va, semplicemente, abolito! Il potere legislativo deve essere nelle mani, solo, dei rappresentanti del popolo, cioè eletti dai cittadini. Questa si chiama “democrazia” cioè, etimologicamente, “governo del popolo”.
E' veramente sorprendente vedere la Sinistra, che più di ogni altra parte politica si riempie la bocca del termine “democratico”, usato a proposito e a sproposito per aggettivare qualsiasi propria iniziativa o attività, non riconoscere l'inaccettabilità, dal punto di vista “democratico”, della situazione che si è creata nel Senato della Repubblica.
E' altresì sorprendente che i senatori a vita, che dovrebbero, in primis, sentire la propria responsabilità nei confronti delle istituzioni piuttosto che dei Partiti, non vedano l'immoralità del loro comportamento, nei confronti dei cittadini elettori.
Giustamente Fini ha commentato : “Con il loro voto, costituzionalmente legittimo, ma politicamente immorale, il presidente Scalfaro e i senatori a vita si sono assunti la responsabilità di alimentare il crescente disprezzo per le istituzioni. Perchè un governo che non si dimette anche se non ha una maggioranza politica, è un insulto per la democrazia”.
Ho perso il commento di Veltroni, futuro leader del Partito (sedicente) Democratico.

22 giugno 2007


22 Giugno 2007
I Sindacati non vogliono la calcolatrice.
Il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa, nel corso della trattativa in corso fra governo e sindacati, alle richieste eccessive di quest'ultimi ha cercato di porre un limite.
“Due miliardi e mezzo è il limite” dice il ministro “oltre cui non possiamo andare. Da marzo” aggiunge il ministro” c'è stato un peggioramento imprevisto della spesa; colpa del contratto del pubblico impiego e della sanità.”
Queste parole non sono per niente piaciute al segretario della CGIL, Epifani, che ha commentato: “se si vuole affrontare la previdenza con la calcolatrice non va bene, non va proprio bene: noi non trattiamo con la calcolatrice, perchè dietro ai numeri ci sono sempre i problemi, le persone.”
A me fanno ricordare altre parole, altre parole d'ordine di questi superpotenti sindacati italiani, quando affermavano che il salario dei lavoratori era una “variabile indipendente”, e quindi non poteva sottostare a ragionamenti di bilancio aziendale.
A questi signori dello sciopero, cioè di un'abietta forma di ricatto sociale e politico, e a partiti che a destra e a sinistra, sono sempre stati succubi dei sindacati, dobbiamo l'accumulo di un debito pubblico, che oggi è la palla al piede dell'economia italiana.
E, anche in questa occasione, la spunteranno loro e il surplus finanziario dovuto alle maggiori entrate dipendenti dalla ripresa economica delle nostre aziende, sarà sperperato in mille rivoli per accontentare l'apparato sindacal-burocratico che governa questo paese, e non per ripianare il debito pubblico (come ci chiede l'Europa!) e favorire così un generale sviluppo del Paese.

22 Giugno 2007
Non hai argomenti ? Dagli del “fascista”!
“Sono senza parole per l' ultima uscita di Montezemolo: attacca il Governo e l' Opposizione, e passi. Ma sono invece inaccettabili le parole sul sindacato che difende i fannulloni. Quella di Montezemolo e' una svolta reazionaria che inquieta e che fa temere un nuovo fascismo. Sono parole gravissime. I suoi associati farebbero bene a chiederne le dimissioni”. Si legge nel messaggio di solidarieta' che il segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, senatore Gianfranco Rotondi, ha inviato a tutti i leader dei sindacati italiani dopo l'attacco subìto da parte del presidente di Confindustria Montezemolo. “Non si puo' attaccare il Governo, insultare l' opposizione e demonizzare il sindacato - ha concluso Rotondi - Sono concetti intrinsecamente fascisti”.
Penso che il senatore Rotondi avesse alzato un po' il gomito prima di scrivere quello che ha scritto.
E chi lo dice che non si possano attaccare, simultaneamente, governo, opposizione e sindacati?
Montezemolo ha avuto il coraggio di dire esattamente quello che una grande maggioranza di italiani pensa: di avere un governo incapace, un' Opposizione senza idee e dei sindacati corporativi, con troppo potere di interdizione nei confronti dei politici. In Europa, solo in Italia i sindacati hanno tanto potere. E ne vediamo i risultati!
E, ancora, ricordiamoci che se oggi abbiamo un debito pubblico che, in interessi, assorbe le risorse necessarie a fare gli investimenti che ci servirebbero per lo sviluppo, lo dobbiamo ai governi dissennati del centrosinistra degli anni settanta, incapaci di resistere alle arroganti richieste sindacali, che furono fermate solo dalla marcia dei quarantamila di Torino.
E' ora che Berlusconi faccia un passo indietro! Ha avuto la sua chance! Fini e Casini li abbiamo già pesati durante il governo del centrodestra e nelle ultime elezioni. Spariscano! Il popolo del Centrodestra ha già trovato un nuovo leader!

02 giugno 2007




Questa volta hanno proprio esagerato!

Dopo la pubblicazione dei verbali d'interrogatorio del generale Roberto Speciale, comandante della Guardia di Finanza e la testimonianza resa da altri due Ufficiali, la “pratica” Visco era diventata rischiosa ed imbarazzante per il Governo. Il viceministro era accusato dal Generale di avergli imposto, anche con minacce di non meglio specificate conseguenze, il trasferimento di alcuni Ufficiali, responsabili a Milano di importanti indagini, fra cui quella riguardante il tentativo di scalata della BNL da parte della Unipol, la società assicurativa legata ai Democratici di Sinistra.
Non credo che siano necessarie molte parole per sottolineare la gravità dell'episodio né che occorra una particolare sensibilità per capire il vulnus portato alla legalità democratica ed istituzionale.
Visco avrebbe dovuto dimettersi immediatamente, senza nascondersi dietro il paravento, offertogli tempestivamente dal Procuratore Generale di Milano, che dichiarava di non aver trovato nell'episodio alcun reato(!?). Reato o non reato il problema politico ed etico rimane incontrovertibile!
O il Generale dice la verità e allora Visco si dimette o il Generale mente spudoratamente e allora il Governo lo deve denunciare e radiare dalla Guardia di Finanza. Tertium non datur.
Ieri, 1° Giugno, a ridosso della riunione del Senato indetta per mercoledì prossimo, con all'ordine del giorno la discussione del caso, il governo si è riunito d'urgenza e ha deciso di ritirare la delega sulla Guardia di Finanza a Visco e, contestualmente, ha dimissionato il generale Speciale. Quindi alla fine della storia è stata premiata l'arroganza di Visco, che resta a far danni al suo posto ed è stato punito il Generale reo di essersi opposto all'arroganza politica ed aver difeso la dignità della Guardia di Finanza. Una decisione, questa, più grave del pur gravissimo fatto che doveva risolvere. Un Governo, quindi, che dimostra una assoluta assenza di etica e senso delle Istituzioni, e che ha come unico obiettivo quello di conservare il potere ad ogni costo, anche a quello della propria dignità.
L'Opposizione di Centrodestra con un comunicato congiunto a firma di Berlusconi, Fini, Bossi e Cesa ha denunciato il gravissimo atto del Governo e ha preannunciato una durissima azione di contrasto.
E' il minimo che mi aspetto dall'Opposizione.
Ora il Centrodestra senta, ancora più forte, la responsabilità e l'impegno verso i cittadini di mandare a casa, il più presto possibile, questa banda di incapaci e di mentitori professionisti, che sta demolendo la credibilità delle Istituzioni e sta portando alla rovina materiale e morale il Paese.
Mi aspetto che l'ineffabile Presidente della Repubblica, che con ragione si preoccupa dello scadimento della politica, trovi il coraggio istituzionale per intervenire decisamente contro questo ulteriore episodio di malcostume politico, che certamente aumenta il senso di disagio verso la politica dei cittadini italiani.

25 marzo 2007


Lo spirito dell'8 Settembre.


Così hanno scritto.


Il comandante supremo delle Forze USA nello scacchiere europeo
EISENHOWER
nel suo "Diario di Guerra."
"La resa dell'Italia fu uno SPORCO AFFARE. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma L'ITALIA E' LA SOLA AD AVER PERDUTO QUESTA GUERRA CON DISONORE, SALVATO SOLO IN PARTE DAL SACRIFICIO DEI COMBATTENTI DELLA R.S.I."

Il Generale ALEXANDER, ne: " Le armate alleate in Italia"
"...ilfatto è che il Governo italiano decise di capitolare non perchè si vide incapace di offrire ulteriore resistenza, ma PERCHE' ERA VENUTO, COME IN PASSATO, IL MOMENTO DI SALTARE DALLA PARTE DEL VINCITORE..."

Da "Le memorie del MARESCIALLO MONTGOMERY", comandante dell'8a armata britannica:
"...il VOLTAFACCIA ITALIANO dell'otto Settembre FU IL PIU' GRANDE TRADIMENTO DELLA STORIA..."

Ed ancora dal "Taccuino segreto di W. CHURCHILL", primo ministro inglese:
"...SOLO DOPO LA DEFEZIONE ITALIANA NOI ABBIAMO POTUTO RAGGIUNGERE LA VITTORIA..."

Ed ancora da "Storia della diplomazia di POTEMKIN", ambasciatore sovietico a Roma:
" ...L'Italia fu fedele al suo carattere di SCIACALLO INTERNAZIONALE, sempre in cerca di COMPENSO PER I SUOI TRADIMENTI..."

Da un articolo di fondo apparso tempo fa sul WASHINGTON POST, autorevole giornale americano:
"...CHE ALLEATO SARA' L'ITALIA IN CASO DI UNA GUERRA? QUALI GARANZIE CI SONO CHE L'ITALIA, LA QUALE HA CAMBIATO SCHIERAMENTO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE DI QUESTO SECOLO, NON FARA' ALTRETTANTO?".



Quello che sta succedendo in Afghanistan non ci deve meravigliare. Lo spirito dell'8 Settembre è più che mai presente. La maggioranza che ci governa è l'espressione dei diretti eredi spirituali e culturali di quelli che propugnarono il vergognoso voltafaccia nella seconda guerra mondiale.

Dopo aver chiesto a Karzay di rimetterci la propria faccia con il suo popolo, e aver delegato "Emergency" a trattare con i tagliagole talebani, sottostando alla richiesta dell'ineffabile Strada di "tener fuori dalle palle i nostri Servizi", il ministro degli esteri, D'Alema, ha la sfrontatezza di affermare che lui non ha trattato con i talebani.

Siamo proprio alla politica dei "vu' cumprà". C'è di che vergognarsi di essere italiani o, perlomeno, di essere rappresentati sulla scena internazionale da certi personaggi.


Un'altra riflessione. Ma di cosa si sentiva di dover gioire Mastrogiacomo, quando scendeva le scalette dell'aereo, che lo aveva riportato in Italia? Forse era la gioia straripante per essere stato causa della decapitazione del suo autista? Forse era gioioso per l'aborto subito dalla

moglie dell'autista, alla notizia della morte del marito? O, forse, era felice per la liberazione di cinque tagliagole che, probabilmente domani, procureranno la morte ad altri afghani o, magari, a nostri soldati? Non lo sappiamo, ed il nostro "grande" quotidiano "la Repubblica", distribuito gratuitamente in tutte le scuole di ogni ordine e grado, difficilmente ce lo spiegherà.

16 febbraio 2007

16 febbraio 2007

Diliberto,l'infedele
Mercoledì sera ho assistito ad un vero e proprio psicodramma nella trasmissione "l'Infedele", notoriamente vicina al centrosinistra , dove erano ospiti, il ministro della difesa Parisi e, in collegamento esterno, Diliberto, segretario dei “Comunisti Italiani”. In studio erano presenti, fra gli altri, due politologi di fama, Panebianco e Pasi. Oggetto della trasmissione, la manifestazione di Vicenza e, particolarmente, il destino della nostra missione “di pace” in Afghanistan. Il ministro Parisi, da quel politico serio che è, ad una precisa domanda di Lerner, ha detto le cose che avrebbe detto qualsiasi ministro della difesa di un governo responsabile: 1°-L'Italia è in un sistema di alleanze che ci comporta obblighi da cui non possiamo esimerci; 2°-l'art. 11 della Costituzione non ci fà divieto di combattere con la forza chi ci minaccia e fa uso di violenza; 3°- gli USA hanno ragione a chiedere agli altri alleati della NATO uguali impegni, quindi in Afghanistan dobbiamo essere pronti ad avere soldati combattenti che, può capitare, possono anche morire.
Diliberto, invitato da Gad Lerner a dire la sua opinione sulle affermazioni del ministro, dopo varie piroette linguistiche per cercare di salvare capra e cavoli, cioè non compromettere la sua permanenza al governo e non fare arrabbiare i pacifisti, ha finito con l'ammettere che non darà mai il suo voto ad una missione, che preveda il coinvolgimento dei nostri soldati in azioni di guerra.
Lerner, in preda al panico, Panebianco, divertito e Pasi, depresso, si sono chiesti quanto potrà durare ancora questo governo, viste anche le pressioni che gli Stati Uniti stanno facendo su tutti i governi europei, che non ci consentiranno più le ambiguità finora tenute. Gli americani non intendono più combattere anche per noi europei! Partecipare ad una alleanza vuol dire assumersi uguali responsabilità e rischi. Se vogliamo restare nella Nato è così. Oppure usciamo dalla Nato. Purchè sia chiaro cosa vogliamo fare.
Ho paura che la bandiera arcobaleno, su cui ipocritamente tutto il centrosinistra ha giocato sporco, per ostacolare il governo di centrodestra e per raccogliere i voti degli sprovveduti e degli ingenui, diventerà il sudario su cui verrà avvolto il cadavere del governo Prodi.

15 febbraio 2007



Conformismo sinistro.
Il conformismo, il “politically correct” è la caratteristica sempre più caratterizzante, la nostra epoca.
Il coacervo politico-cultural-economico dominante, marginalizza, boicotta e alle volte perseguita con la legge, il pensiero diverso. Se non vuoi essere emarginato e boicottato, che per molti può significare restare senza lavoro, ti devi adeguare.
Recentemente è uscito un libro di memorie di Al Bano, “E' la mia vita”. Oltre centomila copie vendute in pochi giorni. Fra l'altro, Al Bano denuncia il clima di intimidazione che si trovò ad affrontare per non aver voluto aderire ad un certo giro politico, dopo aver risposto bruscamente a chi gli faceva i complimenti per indossare una sciarpa rossa, che questa non aveva il significato che l'interlocutore voleva dargli. Rifiutando di prendere una precisa posizione politica nei confronti di un partito che aveva un peso determinante nel mondo dello spettacolo, avevo decretato la mia morte artistica. In quell'ambiente c'era l'ordine di ignorare il mio nome e le mie canzoni.
La cupola politico-culturale veicola al pubblico solo l'informazione che è conforme alla propria visione politico-culturale ed ai propri interessi economici. E questo, come si è visto, prescinde da chi sia effettivamente al governo. Cinque anni di centrodestra hanno cambiato poco o nulla: la sinistra è partita da lontano e ci vorranno decenni di gramscismo di destra, ammesso che la destra sia in grado di farlo, per recuperare il terreno perduto.
I programmi di evasione e le cosiddette “fictions”, sono i migliori strumenti per “educare” in modo surrettizio, gli ascoltatori. Così vediamo i personaggi più simpatici, che assumono posizioni culturali ed orientamenti sempre inequivocabilmente di sinistra. Nonno Libero, non può che leggere “l'Unità”. Di rincalzo, ad un personaggio odioso e cattivo gli si mette im mano “Il Giornale”, per identificarlo con la destra.
Abbiamo visto la fiction “Capri” dove, il telespettatore partecipando emotivamente alle disavventure di un immigrato clandestino di colore, finisce col realizzare che la colpa di tutte le sue difficoltà sta nella legge Fini-Bossi. Un messaggio falso e deviante dalla realtà oggettiva dei problemi dell'immigrazione clandestina, ma estremamente efficace, per influenzare l'opinione dei telespettatori su queste problematiche.
L'ultima fiction “Graffio di Tigre” ci ripropone il fascista, bieco e violento, che martirizza i poveri partigiani, buoni ed idealisti. Una piazza vuota con il fascista arrogante che cerca, invano, di arruolare i cittadini nel nuovo esercito della Repubblica Sociale, è un'altra manipolazione della verità storica, come vedremo più avanti. Si fanno vedere i partigiani impiccati, ma nulla si dice sui tanti innocenti torturati e trucidati, senza pietà, dai partigiani, per motivi di sicurezza, solo per il fatto di essersi trovati, per caso, in una zona da loro presidiata. Ricordate i tanti film che ci hanno propinato, per anni, con i pellerossa rappresentati sempre come feroci e sanguinari? Ci muovevamo a compassione per i coraggiosi pionieri americani, che volevano portare la “civiltà”a quei selvaggi; finchè qualcuno non cominciò a guardare i fatti da un'altra prospettiva e ci fece scoprire che le divise blu erano state molto più sanguinarie ed i veri selvaggi erano stati i “visi pallidi”.
Giorgio Napolitano, recentemente, ha trovato il coraggio di denunciare le omissioni, l'oblio e una vera e propria forma di negazionismo, che da parte della sinistra comunista e non solo, sono stati voluti pur di non parlare della, politicamente scomoda, tragedia delle foibe e della pulizia etnica fatta, dai comunisti titini contro gli italiani, in Istria e Dalmazia, talvolta con la collaborazione dei partigiani comunisti italiani.
Credo che Napolitano abbia fatto molto bene a fare questo primo passo, ma per l'appunto è solo un inizio e non si può fermare a questo. E' l'intera storia della guerra civile italiana che va riscritta, depurata di tutte le falsità e omissioni volute dal pci, per stretti motivi di convenienza politica.
E non basta che Napolitano faccia il fioretto una tantum, se poi in televisione continuiamo a vedere la storia addomesticata, ad uso e consumo della solita cricca politico culturale.
I nani e le ballerine della nostra televisione devono smetterla di falsare la Storia del nostro Paese per ingraziarsi il favore della cupola politico-culturale dominante.
Un coraggioso e onesto giornalista di sinistra, condirettore del “l'Espresso”, Giampaolo Pansa ha gettato un sasso, anzi un macigno, nello stagno maleodorante del mito resistenziale costruito dal pci ed avallato dalla colpevole latitanza ed ignavia della classe politica democristiana. Dopo “Il sangue dei vinti”, libro in cui denuncia i crimini commessi dai partigiani comunisti durante e dopo la fine della guerra civile, con il libro, “La grande bugia”, Pansa sferra un pesante attacco all'establishment politico-culturale di sinistra, che in sessant'anni ha stravolto la storia della guerra civile, con un diluvio di faziosità, di ipocrisie, di opportunismi partitici e ideologici, di retorica, di falsità.
Ecco cosa dice, invece, Pansa sull'adesione degli italiani alla Repubblica Sociale.
Molti italiani restarono fascisti anche dopo i disastri originati dalla guerra, dalla nostra alleanza con la Germania nazista e dalla catastrofe dell'8 settembre. La Repubblica Sociale ha avuto una consistente base di massa, in tutti i ceti sociali. Questo consenso, assai più ridotto ma ben più rischioso di quello del ventennio, concluso dalla crisi del 25 luglio 1943, rimase intatto per i venti mesi della guerra civile. Non si attenuò neppure quando risultò chiaro che Mussolini, ormai, aveva perso l'ultima battaglia.” “Quasi sempre era gente qualunque, per usare un'immagine che non mi piace, ma che serve a chiarire quel che voglio dirle: impiegati, insegnanti, artigiani, operai, pensionati, casalinghe, professionisti, contadini, piccoli proprietari agricoli, sacerdoti, e così via.
Un altro contributo sulla storia della Resistenza e sul vero clima che si respirava fra le bande partigiane di diverso credo politico, lo ha portato il regista Renzo Martinelli con il film “Porzus”, nel quale ricostruisce l'eccidio di 22 partigiani verdi (così erano definiti quelli di formazione anticomunista) da parte dei partigiani comunisti della “Garibaldi”. I diritti del film sono di proprietà della rai, ma finora, a diversi anni dalla sua produzione, non è stato possibile vederlo in televisione. A chi dà fastidio la verità?
Si dice che sia in preparazione la sceneggiatura per fare una fiction su “Il sangue dei vinti”. Pansa, per primo, è molto scettico al riguardo. Conosce bene i suoi polli. E sta già sperimentando il fuoco di sbarramento e le contestazioni, anche violente, che vengono fatte nei suoi confronti.
Giorgio Napolitano ha detto che la riconciliazione fra i popoli si deve basare sulla verità. Non crede che sia ora di farlo anche in Italia? Ne parli con i suoi compagni!

05 gennaio 2007


Venerdì, 5 Gennaio 2007
Il messaggio di “nonno” Napolitano.

Come tradizione, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto alla fine dell'anno un messaggio augurale agli Italiani.
Il cuore del messaggio è stato un'ormai ricorrente, per questo presidente, esortazione alle parti politiche a spuntare le armi della polemica sterile e cercare, su questioni di importanza critica per lo sviluppo del Paese, un dialogo costruttivo, pur nelle differenze istituzionali fra maggioranza e opposizione.
Certamente un argomento su cui è difficile non essere d'accordo (eppure, proprio dalla maggioranza, in particolare da Diliberto, dei Comunisti Italiani, si risponde che con “questa Destra” non è possibile alcun dialogo!).
Mi sorge spontanea una riflessione: ma questo brav'uomo di Napolitano dov'era quando, imperante (si fa per dire!) Berlusconi, le sinistre di ogni risma, facevano una guerra totale al governo? Dov'era quando le stesse sinistre inscenavano girotondi, manifestazioni, appelli al capo dello stato, contro ogni legge approvata dalla maggioranza? Dov'era quando le sinistre
paventavano ad ogni piè sospinto attentati alla Costituzione e alle libertà democratiche?
Certo, non era ancora presidente della Repubblica, ma era pur sempre un senatore a vita, quindi nella condizione ideale per poter esprimere il proprio pensiero autorevole, senza dover sottostare a vincoli di Partito. Eppure non ricordo di avergli sentito deprecare, almeno una volta, questi comportamenti.
Certamente, se lo avesse fatto, difficilmente oggi sarebbe l'inquilino del Quirinale, ma
un uomo politico, d'altra parte, deve avere il coraggio civile delle proprie convinzioni anche affrontando dei rischi per la propria carriera politica.
E' vero di politici coraggiosi nel nostro Parlamento non abbiamo molti esempi; abbiamo invece moltissimi esempi di politici opportunisti.
Anche il nostro uomo non brilla per coraggio in decisioni rischiose. Nel 1956 non ebbe il coraggio di censurare l'aggressione dei carri armati sovietici contro gli insorti di Budapest. Anzi il suo spirito gregario lo portò a auspicare ed acclamare tale intervento, al contrario di qualche (non molti per la verità!) compagno di partito, che in quell'occasione lasciò il PCI.
Nel corso del suo intervento, Giorgio Napolitano ha voluto sottolineare che gli auguri voleva farli anche in veste di nonno. E sì, hanno scoperto che la figura del nonno piace, “tira”, come si dice in termini pubblicitari, e allora ecco che Napolitano si scopre nonno e Prodi si precipita a farsi riprendere in televisione con i nipotini al collo, nella speranza di risalire la china dei consensi, che ultimamente aveva disceso pericolosamente.
Come “nonno”, Napolitano non poteva non raccontarci una bella favoletta. E, cosa di meglio se non il trito e ritrito richiamo alla Resistenza, dove si sa, da una parte troviamo i partigiani buoni e dall'altra parte troviamo i fascisti cattivi.
Certo, ultimamente dopo sessantanni, qualcuno sta provando a rimettere le cose al suo posto. E, così, la Resistenza, viene chiamata per quello che realmente è stata: guerra civile.
E, in quella guerra civile c'erano buoni e cattivi da entrambe le parti, come sempre accade.
Roberto Vivarelli, storico della Resistenza, che mai si pentì di aver aderito da giovane alla R.S.I. e morto recentemente, ha scritto “ ci si può schierare dalla parte sbagliata per nobili motivi e schierarsi dalla parte giusta per motivi ignobili”.
Dopo sessantanni invece della favoletta trita e ritrita mi aspetterei da un presidente della Repubblica, che vuole essere un presidente di tutti, un discorso senza favolette ma che ufficializzi la realtà che gli Italiani hanno sempre saputo. Questo sì che aprirebbe in Italia un nuovo periodo storico e un nuovo modo di vivere la politica.
Un giornalista di sinistra, Giampaolo Pansa, ha avuto il coraggio di cominciare a lacerare le nebbie della menzogna che hanno ammorbato la politica del dopoguerra, e ne sta pagando le conseguenze con una feroce polemica e con il tentativo (finora riuscito) di isolamento mediatico.
Giorgio Napolitano avrà il coraggio di fare il Giampaolo Pansa della Politica italiana?