28 luglio 2007





BRAVO FINI!

Questa volta ha colto nel segno. E' vero, il centrodestra, oggi, ha il vento in poppa ma più per demerito della sinistra che non per proprio merito. Le sconfitte elettorali devono servire per riordinare le fila, per fare una seria analisi di cosa è stato fatto bene e di cosa poteva essere fatto meglio e, quindi, mettere a punto la strategia e le linee guida del programma futuro.
E' ora di finirla di denunciare la confusione del governo Prodi, il tracollo dei suoi consensi, in contrapposizione ai sondaggi favorevoli al centrodestra: ormai la richiesta di dimissioni di Prodi fatta un giorno si e l'altro pure comunicando quanti italiani voterebbero oggi per il centrodestra è diventata una comica berlusconiana. Inutile e ridicola! I sondaggi, fatti più accuratamente, direbbero che gli italiani, oggi, voterebbero sì centrodestra, in grande maggioranza, ma solo per disperazione, senza alcun entusiasmo.
Berlusconi è stato il padre del centrodestra e sembrava volesse diventare il fondatore del partito unico del centrodestra, di un moderno partito conservatore italiano. Poi si è bloccato. Oggi non si parla neanche di federazione del centrodestra.
Quindi, bene ha fatto Fini a denunciare ,in occasione dell'Assemblea Nazionale di AN, questa assoluta mancanza di strategia politica.
Ma questa denuncia non deve essere fatta solo nell'ambito di una riunione di partito, ma deve diventare il “leit motif “di un'azione politica di Fini e Alleanza Nazionale su tutto il territorio avendo come target il popolo di centrodestra.
Fini e Alleanza Nazionale si devono prendere la leadership del centrodestra, prendendo posizioni autonome e originali su ogni problema, avendole prima discusse e adottate al loro interno.
Ricordiamoci che sono le minoranze che fanno la storia. Ma minoranze preparate e decise.
Fini prenda esempio da Sarkozy, che ha saputo differenziarsi da Chirac, avendo il coraggio delle proprie idee, anche quando queste erano in forte contrasto con il grosso personaggio politico qual'era Chirac e, anche, quando queste non erano “politicamente corrette”. E i francesi hanno premiato questo coraggio e questa certezza di avere le idee giuste per i problemi dei cittadini.
Gli italiani non sono stufi della politica, sono stufi dei politici di lungo corso, che hanno fatto della politica una carriera come un'altra, barcamenandosi fra una polemichetta e l'altra, evitando di prendere posizioni decise se, solo, un po' rischiose per le proprie fortune politiche.
Un politico deve avere, soprattutto, delle idee, deve saperle trasmettere ai cittadini e deve mettersi in gioco con tutto se stesso per realizzarle. Se fallisce, passa la mano e va a fare qualcos'altro, non può rimanere al suo posto fino alla pensione.


17 luglio 2007

17 Luglio 2007

Rampelli scrive a Storace
Di seguito riporto la lettera aperta, pubblicata sul "Messaggero" del 14 luglio scorso, che Fabio Rampelli, deputato di AN, scrive al senatore Storace, recentemente uscito dal Partito, giudicato poco di destra.

Mi trovo completamente d'accordo con il contenuto della lettera anche se sono convinto che l'uscita di Storace da AN è una gravissima perdita per il Partito, ritenendolo politico di grande capacità, che molto potrebbe dare al rinnovamento della Destra e del Paese. D'altra parte il senso di frustrazione che è alla base del suo gesto è diffuso nella base degli attivisti di Partito. La direzione di marcia che Fini ha dato al Partito è sostanzialmente giusta, ma va maggiormente condivisa con la base, che vuole essere rassicurata che il Partito non solo non perderà i suoi valori fondanti, ma li porterà a corredo anche nel futuro Partito della Libertà. Fra questi valori, basilari e qualificanti, due sono a denominazione di questo sito, Etica e Tradizione.

E a proposito di Etica vorrei dare un suggerimento al senatore Storace: di selezionare con maggior rigore gli "amici", anche quelli capaci di portare tanti voti, anzi particolarmente quelli.

Io, e con me tanti altri, mi vergogno di essere nello stesso partito di certi personaggi, che si dicono a lui molto vicini. I voti portati non possono essere il lavacro per comportamenti inaccettabili dal punto di vista morale ed etico. Lo dobbiamo agli italiani e ancor più a chi per certi ideali ha sacrificato la vita, avendo avuto il coraggio di stare e lottare dalla parte più difficile, nella guerra civile e dopo. Noi non possiamo permetterlo!



LETTERA APERTA DI RAMPELLI A STORACE


14 Luglio 2007


Caro Storace,

se una persona con la tua storia esibisce un “bisogno di destra” penso debba essere considerata, così ho rivisto un pezzo della strada percorsa insieme e mi sono saliti alla gola alcuni quesiti… E' stato di destra aver chiamato a far parte della Giunta regionale da te presieduta l'allora consigliere del Cdu Giulio Gargano, contro le indicazioni del suo partito dell'epoca e promuoverlo poi assessore ai trasporti e lavori pubblici, conferendogli enorme credibilità? E' stato di destra, conoscendo il suo girovagare da un partito all'altro, farlo entrare in An? E' stato di destra imporre alla tua maggioranza di votarlo capogruppo subito dopo le elezioni, pochi mesi prima che fosse condannato? E' stato di destra annullare tutti i tuoi impegni elettorali nelle elezioni politiche del 2001 perché Fini aveva designato nel collegio al Senato di Frosinone, un candidato diverso da quello che volevi tu? E' stato di destra, sul tema della democrazia interna, pretendere il deferimento di tre dirigenti rei di aver chiesto con una lettera aperta ai militanti di poter discutere negli organi preposti l’opportunità della Lista Storace? Quando avevi il potere di costruire un partito partecipato nel Lazio ci siamo trovati prigionieri delle oligarchie… perché oggi che ti accingi a fondarne uno nuovo le regole dovrebbero essere diverse? E' stato di destra sottrarre con la Lista Storace ad An buona parte di quel 7% di consensi raggiunti e dei 5 consiglieri regionali espressi, salvo poi constatare che uno solo è rimasto al suo posto mentre quattro hanno cambiato partito? E' stato di destra negare spesso meritocrazia e capacità di raccogliere il consenso perseguendo troppe volte logiche di potere e di corrente? E' stato di destra andare a fare il Ministro della Salute in seguito alla sconfitta, dopo l'accanimento con il quale accusasti Badaloni di tradire il mandato dei cittadini perché non rimase a fare il capo dell'opposizione e dopo che in campagna elettorale avevi giurato il contrario? E' stato di destra recriminare sull’approvazione della mozione contro la faziosità dei libri di testo scolastici, salvo cavalcarla mediaticamente e non dargli, come era nel tuo mandato, il seguito che tutti aspettavano? E' stato di destra attaccare costantemente Berlusconi e Fini facendo somigliare noi e la coalizione ai nostri litigiosissimi avversari, salvo ora riscoprire il valore del Cavaliere? Come mai questa improvvisa conversione? E’ di destra farsi eleggere senatore con An per poi fuoriuscirne senza dimettersi da Palazzo Madama, come se il seggio fosse proprietà privata e non degli elettori di An? E' di destra appropriarsi della fiaccola della Giovane Italia, del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani adottandola come simbolo del tuo nuovo partito, dimostrando disprezzo per tutto ciò che rappresenta? Nessuno ha mai strumentalizzato - nella dialettica con An – quell’immagine. Ricordi, gioie e sofferenze si celano dietro di essa, insieme all’ingenuità e alla spensieratezza di decine di migliaia di ragazzi che hanno il diritto di essere lasciati in pace. La risposta alla tua battuta riportata su un’intervista, caro Francesco, è sì. Sì, avresti dovuto metterci un’auto blu al posto della fiaccola come simbolo di questo nuovo partito, perché il numero di auto blu che la Regione Lazio ha avuto sotto il tuo Governatorato è stato davvero eccessivo. Mi permetto di farti presente che non è obbligatorio usarne (la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni, alla quale ti rivolgi con insolita scortesia, ha scelto - diversamente da te - di non utilizzare questo ‘privilegio’ e ha scelto anche di non fare di questa abitudine propaganda). Le nostre sedi, i nostri comizi sono stati trasformati in quel periodo in luoghi circondati da quelle auto blu che dici di disprezzare, con stuolo di autisti, segretari e guardie del corpo. Mi avete fatto vergognare di essere di destra. Non hai avuto la responsabilità esclusiva di quella ‘degenerazione’, te lo riconosco, ma una concorrente responsabilità oggettiva. Sono argomenti che conosci, che ho provato a sottoporti già in passato quando momenti indimenticabili mi hanno dato la sensazione che, di lì a poco, avremmo cambiato il mondo. Non è andata così, purtroppo. Hai rappresentato per tanti una speranza e poi una delusione, ma questo non significa nulla perché nella storia delle persone e dei popoli niente è immobile, come ha dimostrato la tua irresistibile ascesa. Se sei davvero quel militante che affermi, rinuncia alla ribalta e ai fuochi d’artificio, sforzati di fare autocritica (è l’altra faccia della verità) e sarai accolto a braccia aperte nella comune famiglia che dici di voler abbandonare. Perché la persona che sta mollando gli ormeggi non è Francesco Storace, il caterpillar, il comunicatore, il ‘piccolo principe’ (appesantito da un po’ di pancia), ma la caricatura del Governatore. Lascia quel ricordo al suo destino, insieme all’autoritarismo, e torna ciò che sei stato, un esuberante e generoso ragazzo di destra. L’esperienza trascorsa ti renderebbe praticamente invulnerabile. Sono stato duro, lo so, ma capisci che era insopportabile per molti di noi farsi dare “lezioni di destra”. Le mie sferzate erano e restano quelle di chi non vuole assistere a una nostra vittoria senza di te. Sarebbe una mezza sconfitta… Pensaci.

Fabio Rampelli


14 luglio 2007



14 luglio 2007

Democrazia all'amatriciana


I senatori a vita hanno colpito ancora! Nel corso dell'ultima settimana politica, il Governo si è salvato due volte, al Senato, per il voto dei senatori a vita. Sulla istituzione dei senatori a vita e sulle sue prerogative ho già espresso, in note precedenti, il mio pensiero: è un istituto anacronistico che va, semplicemente, abolito! Il potere legislativo deve essere nelle mani, solo, dei rappresentanti del popolo, cioè eletti dai cittadini. Questa si chiama “democrazia” cioè, etimologicamente, “governo del popolo”.
E' veramente sorprendente vedere la Sinistra, che più di ogni altra parte politica si riempie la bocca del termine “democratico”, usato a proposito e a sproposito per aggettivare qualsiasi propria iniziativa o attività, non riconoscere l'inaccettabilità, dal punto di vista “democratico”, della situazione che si è creata nel Senato della Repubblica.
E' altresì sorprendente che i senatori a vita, che dovrebbero, in primis, sentire la propria responsabilità nei confronti delle istituzioni piuttosto che dei Partiti, non vedano l'immoralità del loro comportamento, nei confronti dei cittadini elettori.
Giustamente Fini ha commentato : “Con il loro voto, costituzionalmente legittimo, ma politicamente immorale, il presidente Scalfaro e i senatori a vita si sono assunti la responsabilità di alimentare il crescente disprezzo per le istituzioni. Perchè un governo che non si dimette anche se non ha una maggioranza politica, è un insulto per la democrazia”.
Ho perso il commento di Veltroni, futuro leader del Partito (sedicente) Democratico.